Montagne, le torri d'acqua in pericolo

In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, l'ONU sottolinea il ruolo cruciale dei ghiacciai e la necessità di una gestione responsabile delle risorse idriche. Lo scioglimento accelera, ma soluzioni sostenibili come l'efficienza idrica, la dissalazione e il trattamento delle acque possono garantire l'approvvigionamento per le future generazioni.
Circa 4 miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale, devono far fronte, in alcuni periodi dell’anno, a una scarsità idrica grave e più 2 di miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile gestita in sicurezza. Questi alcuni drammatici dati emersi dal rapporto sullo sviluppo idrico mondiale delle Nazioni Unite, lanciato in occasione della Giornata mondiale dell'acqua.
Per il 2025 l’ONU ha scelto come tema della giornata “la tutela dei ghiacciai”, un argomento di grande rilevanza in un’epoca in cui il cambiamento climatico sta accelerando lo scioglimento delle calotte glaciali con conseguenze drammatiche per l’approvvigionamento idrico globale.
Secondo i dati del World Meteorological Organization circa il 70% dell’acqua dolce della Terra esiste sotto forma di neve o ghiaccio e quasi 2 miliardi di persone dipendono dall’acqua proveniente dai ghiacciai, dallo scioglimento della neve e dal conseguente deflusso dalle montagne per bere, per l’agricoltura e per la produzione di energia. Una fonte idrica importantissima che però sta subendo dei cambiamenti repentini e drammatici:nello scorso anno i ghiacciai hanno perso più di 600 gigatonnellate d’acqua, la più grande perdita di massa registrata negli ultimi 50 anni.
Il ciclo idrico e le sue sfide
Il rapido scioglimento dei ghiacciai rende il ciclo dell’acqua più imprevedibile. I flussi di acqua di fusione cambiano causando eventi estremi, periodi di inondazioni e gravi siccità, oltre che frane e l’innalzamento del livello del mare. È necessario ridurre le emissioni di gas serra per rallentare il ritiro dei ghiacciai: limitare il riscaldamento globale a 1,5°C potrebbe salvare i ghiacciai in due terzi dei siti Patrimonio dell’Umanità. Ed è soprattutto necessario gestire l’acqua in modo più sostenibile e organizzato.
La carenza idrica, infatti, è un problema sempre più grave. Attualmente, secondo il World Resources Institute, oltre 2,3 miliardi di persone vivono in paesi con elevato stress idrico e si prevede che entro il 2050 oltre la metà della popolazione mondiale potrebbe affrontare situazioni di scarsità d’acqua. Il cambiamento climatico sta esacerbando questa crisi, con periodi di siccità sempre più lunghi e temperature elevate che riducono la disponibilità di acqua dolce.
La gestione sostenibile delle risorse idriche
Promuovere un uso efficiente dell’acqua attraverso politiche di gestione sostenibile è essenziale. Attualmente il settore agricolo registra i prelievi di acqua dolce più consistenti (72%), seguito dal settore industriale (15%) e dagli utilizzi domestici o civili (13%). I prelievi di acqua dolce da parte dei vari settori variano notevolmente a seconda del livello di sviluppo economico dei paesi.
Dissalazione e trattamento acque reflue: una gestione responsabile dell’acqua
Per far fronte alla crescente scarsità d’acqua, è necessario implementare soluzioni innovative come la dissalazione e il trattamento delle acque. La dissalazione consente di ottenere acqua potabile dall’acqua marina e i progressi tecnologici in questo settore stanno rendendo questa pratica sempre più sostenibile. Parallelamente, il trattamento delle acque reflue è fondamentale per ridurre lo spreco e garantire un approvvigionamento idrico sicuro. L’acqua trattata può essere riutilizzata per l’irrigazione, l’industria e persino per il consumo umano in alcune circostanze, riducendo la domanda sulle fonti naturali e proteggendo l’ambiente.
Il riuso dell’acqua: un’opportunità da non perdere
A livello nazionale ed europeo ci si sta muovendo in questo settore, seppur sia un’area ancora con potenzialità inesplorate. In Italia, per esempio, il potenziale di riutilizzo idrico raggiunge il 23% del volume degli effluenti, corrispondente alla quota di acque reflue che viene sottoposta a trattamenti di affinamento terziario; tuttavia, solo il 4% del totale delle acque reflue depurate è effettivamente destinato a riutilizzo in agricoltura. A livello europeo lo scenario appare similare, pur con notevoli differenze tra i vari Paesi, con un valore medio del 2,4% di riutilizzo rispetto alla totalità dei reflui prodotti, evidenziando un potenziale di risorsa non convenzionale non sfruttata di almeno 6 volte superiore.
Conclusioni
I cambiamenti climatici accrescono la variabilità stagionale dell’acqua e l’incertezza della sua disponibilità nella maggior parte delle regioni. L’inquinamento, il degrado degli ecosistemi e le catastrofi naturali possono ulteriormente compromettere le risorse idriche. Investire in infrastrutture moderne, ridurre gli sprechi e adottare politiche di gestione responsabile sono passi fondamentali per garantire l’accesso all’acqua alle future generazioni. La gestione sostenibile del ciclo idrico, combinata con innovazioni tecnologiche come la dissalazione e il trattamento delle acque, rappresenta la chiave per affrontare le sfide idriche del futuro.