Quando il mare disseta: storia e futuro della dissalazione nel mondo

Dalla distillazione antica all’osmosi inversa, fino alle tecnologie emergenti: il mercato globale della desalinizzazione è in forte crescita. Una sfida ingegneristica e ambientale per garantire risorse idriche dove l’acqua scarseggia.
Dissalazione: un’alchimia che viene da lontano
La dissalazione è un processo che permette di ridurre o eliminare totalmente i sali presenti all'interno dell'acqua di mare o salmastra, rendendola potabile o adatta a scopi agricoli e industriali. Questa “alchimia” era già nota dall’antichità: Aristotele nella sua opera “Metereologica”, risalente al IV secolo a.C., scrive: “Quando si trasforma in vapore, l’acqua salata diventa dolce, e il vapore, quando si condensa, non forma nuovamente soluzione salina; io stesso l’ho riconosciuto tramite la sperimentazione”. Questo tipo di dissalazione, che avviene per distillazione anche in natura (detta anche dissalazione termica) si basa sul principio dell’evaporazione per cui una soluzione salina sottoposta a riscaldamento condensa acqua dolce lasciando sul fondo i sali.
Dalla distillazione all’osmosi inversa: un’evoluzione necessaria
Fino agli anni ’70 è stato utilizzato quasi esclusivamente questo tipo di dissalazione: il principio, seppur su scala industriale, è esattamente quello dell’evaporazione: riscaldamento di enormi quantità di acqua marina e raccolta del prodotto della distillazione. Un processo però estremamente energivoro e che necessita di ampi spazi. A partire dagli anni Ottanta ha preso piede la dissalazione basata sull’osmosi inversa, che ha progressivamente sostituito quasi integralmente quella termica dal momento che richiede minori consumi energetici e dimensioni più contenute.
Come funziona l’osmosi inversa
Il processo dell’osmosi inversa viene detto meccanico perché la soluzione salina (acqua di mare o acqua salmastra) viene sottoposta a un’elevata pressione - superiore alla pressione osmotica della soluzione (da cui il nome osmosi inversa) - e spinta attraverso una membrana semipermeabile che permette alle molecole di acqua di passare, trattenendo i sali. (Fisia Italimpianti – Reverse Osmosis (RO) Desalination plants).
Recentemente sono apparse sul mercato nuove tecnologie potenzialmente interessanti quali l’osmosi diretta e l’evaporazione a membrana. Il passaggio dalla fase sperimentale a quella applicativa e industriale richiede però tempi abbastanza lunghi e ancora non sono state applicate nuove tecnologie, se non in maniera sperimentale.
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Il mercato e le prospettive della dissalazione
Il mercato della dissalazione è in grande crescita richiede impianti sempre più grandi e performanti. Si stima che il mercato dei sistemi di dissalazione valga 1.68 trilioni di dollari nel 2025 e dovrebbe raggiungere i 2.57 entro il 2030 (Analisi di mercato del sistema di desalinizzazione | Rapporto di settore, dimensioni e previsioni).
I dissalatori oggi nel mondo
Oggi nel mondo sono operativi circa 16.000 impianti di dissalazione, distribuiti in 177 paesi e capaci di generare ogni giorno 95 milioni di metri cubi di acqua dolce. Poco meno della metà degli impianti di dissalazione si trova nei Paesi del Medio Oriente e in Nord Africa: qui la richiesta d’acqua è elevata, il costo dell’energia basso e le condizioni socioeconomiche rendono sostenibili elevati investimenti. In Arabia Saudita si trova uno dei più grandi dissalatori al mondo, quello di Jebel Ali, che produce 636.400 metri cubi d'acqua al giorno e alla cui realizzazione ha partecipato anche Fisia Italimpianti.
Anche l’Australia e l’India fanno un uso importante dei dissalatori, mentre in Europa il Paese che fa più uso della dissalazione è la Spagna, con 765 impianti. A Cipro, il 95% dell’acqua in distribuzione per uso potabile proviene dalla dissalazione. I mercati in ascesa sono quelli degli Stati Uniti, dell’Australia e dell’America Latina, ma il ricorso alla dissalazione è sempre più frequente anche per i paesi del mediterraneo – come l’Italia e la Grecia – dove la siccità sta diventando sempre più frequente.
L’esperienza di Fisia Italimpianti
Capacità progettuale, le referenze di impianti realizzati e operativi, la capacità finanziaria: questi sono i fattori critici di successo in un mercato in sviluppo quale quello dei dissalatori. Fisia, grazie all’appartenenza al Gruppo Webuild e l’esperienza quasi centennale nel campo idrico, si conferma uno dei principali player mondiali del settore: ha realizzato e continua a operare in Paesi quali Arabia Saudita, Dubai, Abu Dhabi, Kuwait e Qatar.
Da quasi cent’anni i valori che la guidano sono quelli che hanno ispirato le persone che hanno dato vita alle società che costituiscono l’attuale azienda. Primo tra tutti, la volontà di realizzare progetti nel mondo seguendo alti standard qualitativi per l’ottenimento della soddisfazione del cliente, tenendo conto degli aspetti della sicurezza e dell’ambiente. Ed è sicuramente motivo di orgoglio la consapevolezza di essere in grado, con i propri prodotti, di portare l’acqua dove prima non c’era e contribuire agli obiettivi ONU in merito a garantire l'accesso a risorse idriche sicure e pulite per milioni di persone.
Conclusioni
Il mondo e le aziende si trovano ad affrontare un aumento esponenziale della popolazione – con conseguenti richieste idriche – cambiamenti climatici sempre più estremi e lo sviluppo di tecnologie che richiedono quantità di acqua sempre maggiori. La dissalazione va pensata come parte di un sistema integrato di gestione delle acque che - includendo la dissalazione, il trattamento ed il riutilizzo delle acque - permetta di garantire un accesso sostenibile a tutti di questo bene sempre più prezioso. L’evoluzione tecnologica deve pertanto portare a realizzare impianti che abbiano soluzioni tecniche efficaci e a basso investimento e soluzioni progettuali in grado di ridurre i consumi e quindi i costi dell’acqua prodotta. Un costo di produzione dell’acqua più basso permette infatti di utilizzarla in scala maggiore, favorendo lo sviluppo sociale ed economico.